VIAGGI, PENSIERI, EMOZIONI
--------------------------------------

Monday, June 23, 2008

Sono In Africa?

16 Giugno 2008.
Quale altro poteva essere il giorno del risveglio?
Con un ampio sbadiglio ho aperto le porte della mia nuova vita.
Sospeso tra nord e sud, tra Europa e Africa, tra giorno e notte, tra le certezze e le incertezze....
Soffiava un fortissimo vento nella buia notte dell'areoporto di Capetown.
Sono sceso dall'aereo dopo un volo rilassante. Quattro sedili tutti per me.
Un buon film.
Effettuate le operazioni di rito doganale sono passato oltre le porte di vetro e ad aspettarmi c'era un urlo.
L'urlo di Federica.
Non ci potevo credere.
Era di fronte a me.
Le mie braccia la stringevano forte, la mia voce era bloccata.
Sono riuscito a dire qualcosa solo una volta entrato in macchina.
In un'ora ero alla CapeFarmHouse, la casa dove vivono tutti i membri dell'equipaggio dell'Heraclitus.
Le facce assonnate dei marinai appena svegli cercavano di sorridermi.
Con le primi luci dell'alba il paesaggio che mi circondava ha cominciato a delinearsi.
Da una settimana esatta vivo in una casa in collina, sulla Cape Peninsula, appollaiata tra cactus e altri alberi, arubusti e erba verdissima, sul limite estremo tra Oceano Indiano e Atlantico.
Fa freddo.
Qunado soffia il vento non si dorme.
Le prime due notti le ho trascorse a fare amicizia con questo suono incessante.
Dopo il vento ho cominciato a fraternizzare con la pioggia.
Ma ieri una tersissima notte di primo inverno ha regalato silenzio e luna.
Intorno a noi ci sono un paio di capanne che vendono artigianato. Uno dei due e' un cimitero di statue di varie misure scolpite nella pietra nera.
Neri sono i ragazzi che le lucidano.
Si confonderanno mica?
Poi c'e' la casa di Robin... una tipa piuttosto strana che ogni tanto ci viene a trovare a cavallo.
Un ristorante.
Insomma tutto parla di toscana.
Anche il vino, che non e' affatto male.
Il primo giorno sono riuscito a fare un giro alla spiaggia, cercando di itnravedere qualcuno delle centinaia di pinguini che di solito la affollano.
Poi sono andato a fare un giro in un altro villaggio.
Un caffe'.
Gia' dal mio secondo giorno mi sono infilatto nel portabagagli del pick up con altre 8 opersone a bordo ed ho cominciato a lavorare dentro e fuori l'Heraclitus.
E' La barca piu assurda di tutto il cantiere navale.
Al momento si presenta come un relitto bucherellato.
E' sospesa sul pelo del cememnto all'interno del cantiere militare di Simon's town.
La maggior parte dei lavoratori che girano sono neri.
E parlano con un accento da rissa.
Io smartello, pulisco barre d'acciaio e lego reti metalliche alla struttura di base.
Sopra queste reti veranno passate mani di cemento per ricotruire le parti che il mare ha deciso di penetrare, arrugginendone l'anima mettallica.
Questo lavoro e' gia stato fatto una decina di volte, da quando nel lontano 1975 un gruppo di persone ha dato vita a qeusto mondo viaggiatore.
A questa barca che ancora non ho cpaito come fara' a stare a galla.
Ho visto i letti dentro, la cucina, gli oblo'. Per ora e' uno scheletro, ma e' gia' affascinante.
TRa gli occhi sbalorditi di militari, fabbri e personaggi vari, consumiamo un buon pasto caldo ora sotto la pioggia, ora con il sole sulla faccia, ma sempre appoggiati ai container con tutta l'attrezzatura da lavoro. Blusa ed elmetto rosso compresi.
Ora, ma se di giorno sono a Porto Marghera e di notte sono in Toscana, dove cazzo e' l'Africa?
Per il momento l' ho vista soltanto dietro i sorrisi tristi di quei ragazzi destinati ai lavori piu' umili.
Ma l'odore del cherosene delle lampade accese sul tavolo durante la cena, i brindsisi e le risate da marinai, l'odore del malto che bolle della stanza adiacente alla casa che sale fino alla mia stanza....(stanza? dormo tra due teli appesi al sottotetto di questa farm house che non si sa bene che destinazione d'uso dovesse avere prima dell'arrivo di questa banda), le discussioni attorno al tavolo, le scenette e le prove teatrali....
Tutto questo mi ha gia' catapultato a picco nel profondo di una nuova avventura che ha il sapore di mare, fatta di persone che hanno scelto di vivere una dimensione tanto difficile da trasmettere quanto lontana da ogni forma possibile di vita che avessi mai immaginato prima.
Sospesi sull'acqua, senza dimora, i membri di questo esperimento viaggiante hanno fatto del movimento l'unico punto fisso.
Sono curioso di vedere come evolve questa cosa.
Come evolvo io qui dentro.
I parametri da sistemare non hanno niente a che vedere con tutto quello che sono stato fino ad ora.
Ed io continuo a scolpire.
Qualcosa uscira' da questa pietra.

Monday, June 2, 2008

AFRICA ARRIVO!

Ode alla vita
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle 'i'
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

martha medeiros

english
spanish (original version)